Falso allarme Ebola a Sesto San Giovanni

Durante una visita medica di routine presso il gruppo di profughi arrivati domenica a Sesto San Giovanni, l'attenzione degli operatori sanitari si è soffermata  su tre donne che lamentavano chiaramente una tosse insistente e dolori alle ossa.
In pochi minuti è scattato il piano di emergenza, con il trasferimento all'ospedale San Gerardo di Monza dove le tre donne sono state poste in isolamento in attesa dei riscontri strumentali.
Già ieri a metà pomeriggio sono potute rientrare a Sesto, confortate dal riscontro degli esami.
La Prefettura di Milano ha confermato che le tre ospiti sono state sottoposte a controlli per un generico malore.

Se a Sesto i profughi accolti sono 30, a Cinisello sono già più di 40 in tre diverse strutture che accolgono migranti in attesa del riconoscimento di profughi.
A Bresso, è stata addirittura allestita una tendopoli nel centro logistico della Croce Rossa, con 150 posti disponibili per i migranti in attraversamento.

Qualche giorno fa, l'assessore alla Sicurezza di Sesto San Giovanni, Alessandro Piano, aveva comunicato che “l'esperienza di accoglienza dei profughi è da considerarsi chiusa”.
I 30 stranieri ospitati nel residence sestese dalla cooperativa romana Inopera (finanziata nell'ambito dell'operazione nazionale Mare Nostrum), sarebbero gli ultimi, perché l'amministrazione comunale si è detta impreparata ad accogliere simili numeri.
       
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